martedì 6 ottobre 2015

ADOLESCENTE=IN VIA DI CRESCITA



Immaginate che ad un certo punto da un punto in alto in mezzo alle nuvole si accenda un enorme faro e una potente luce vi illumini da lassù, tutt'intorno è buio e voi vi ritrovate lì attore involontario e sovraesposto a dover scegliere di fare qualcosa.

Questa è l'adolescenza, un periodo in cui quello che è stato un bambino, un figlio di qualcuno, diventa persona e lo fa sentendo addosso gli occhi di tutti, dalla famiglia alla società.
E' arrivato per lui il tempo di diventare il protagonista di una storia, unica, che ancora non conosce ma che tutti, compreso lui, si aspettano che interpreti.

Attese e aspettative generano paure, sensi di inadeguatezza, tensioni che si proiettano fuori in un linguaggio del tutto particolare che vede modificarsi i codici e le modalità con cui il ragazzo si mette in relazione con il mondo, dalla sua famiglia agli amici.

Così l'adolescente parla con i silenzi, con gli sguardi bassi con il corpo che si riempie di tatuaggi e di piercing, in un'altalena di ricerca e rifiuto che mette a dura prova gli adulti intorno.

In psicologia l'adolescenza è vista come una seconda nascita in cui il ragazzo è chiamato a portare a termine i processi di separazione e individuazione iniziati nell'infanzia.

Guardando gli adolescenti di oggi con le loro opportunità e i loro status si rischia di dimenticare quanto questa età sia in realtà densa di sofferenza e di fatica perché il passare dal "non essere te" (separazione) all"essere me" (individuazione) implica una maturazione del senso di responsabilità e della capacità di riflettere su di sé molto complessa.

"Tu sei quello che scegli di essere e non quello che hanno fatto di te" 
dice Albus Silente a Harry Potter e in questa frase c'è tutta la sfida dell'adolescenza.

La ribellione, l'opposizione all'adulto acquisisce in questa fase la funzione di affermare il non me ma è solo nel graduale svilupparsi di capacità di mentalizzazione del proprio sé e delle proprie potenzialità che nasce il "me".

Certo è difficile essere genitori di figli di adolescenti oggi che la famiglia ha cambiato i suoi canoni diventando una famiglia basata sui legami, sull'autorevolezza più che sull'autorità e l'etica dei principi com'era in passato.

Oggi l'adolescente si confronta con genitori che cambiano e crescono con i figli inventando nuovi modi di essere genitori e adulti in una realtà fluida che obbliga continuamente a rinegoziare i propri ruoli e il proprio modo di essere per stare al passo di una realtà instabile e incerta.

Aiutare l'adolescente significa quindi essergli di sostegno e guida nel trovare la sua "via di crescita", stando al fianco e non più davanti, come quando era piccolo, assicurando supporto ma anche limiti e soprattutto un veritiero rispecchiamento perché nella verità possa trovare la sua autenticità e il suo destino di essere umano.  



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