giovedì 21 aprile 2016

COSA E' IL BENESSERE PER TE?


Il benessere lo vogliamo tutti. 

Ma siamo davvero sicuri che le nostre abitudini mentali e i condizionamenti esterni ci portino proprio in quella direzione? La risposta è no. Molti fattori remano contro e solo con la consapevolezza e l'ascolto possiamo neutralizzare questi "boicottatori" e cominciare a essere felici da subito.

Per questo è utile riflettere sul fatto che

IL BENESSERE HA ALMENO TRE FACCE

  1. La faccia più conosciuta è quella a cui siamo abituati a pensare:

IL BENESSERE E' LA MIA META

E' un desiderio, un'aspirazione costante di tutti. Vogliamo star bene, psicologicamente, fisicamente, economicamente, socialmente e vogliamo lo stesso per chi ci sta attorno.
Certo ognuno ha una definizione diversa e personale del benessere.
Per alcuni il benessere finanziario significa avere milioni di dollari per altri avere ciò che serve per vivere tranquillamente senza troppo lusso. Per alcuni il benessere sociale significa piacere a tutti per altri saper gestire i conflitti. Per altri ancora  benessere psicologico significa essere sempre sorridenti e non sentirsi mai tristi e così via.
Certo è che ognuno ha la sue risposte.  Ma le conosciamo veramente? Le abbiamo esplorate in profondità e le abbiamo condivise con le persone importanti per noi?
La risposta spesso è NO. 
Perché in fondo fa un po' paura riflettere su una cosa così importante e si potrebbe scoprire di essere parecchio lontani dalla meta. In generale poi si è più "portati", o abituati, a martellarsi la mente pensando al malessere (quel che non và o non c'è) piuttosto che al benessere per poi magari lamentarsi un po'.

  • E tu che risposta ti dai?
  • Cosa vuol dire per te il benessere? 
  • Cosa deve succedere perché tu stia bene? 
  • E cosa vuol dire per te stare bene, come ti senti quando stai bene?

Ma il benessere ha almeno altre due facce, un po' più nascoste.

La prima è quella del

BENESSERE COME CONDIZIONE INTERIORE


di partenza e non di arrivo.
Qualcosa che ognuno crea in ogni momento dentro di sé.
Questo benessere interiore ci regala la serenità, la visione, la motivazione per raggiungere obiettivi più esterni che realizzano ciò che vogliamo nella nostra vita.

E' quella "felicità che viene da dentro" (cit. Benigni) che in termini psicologici libera risorse cognitive ed emotive e le mette al servizio dei nostri traguardi neutralizzando il potere di paure, sensazioni di inadeguatezza e altre emozioni distruttive che impediscono di CONCENTRARSI sull'obiettivo.
Questa è quindi una faccia che conferisce potere e potenza, energia e vitalità.

  • In genere da cosa dipende il tuo benessere? 
  • Quanto di ciò che lo influenza dipende da te e quanto da fattori esterni?
  • Su cosa ti concentri durante la giornata?
  • Quanto spazio le tue paure o le tue preoccupazioni e quanto i tuoi obiettivi?

La seconda faccia nascosta è quella del


BENESSERE COME VITA FACILE


al riparo da eccessivi sforzi e fatiche che ci disabitua a fare fatica a impegnarci e ci rende deboli e fragili.
E' questo un condizionamento culturale forte che noi riceviamo, la fatica come il dolore è qualcosa di escluso dal nostro comune pensare, a partire dal nostro sistema educativo. Non a caso nella generazione dei '70s spesso i genitori hanno fatto di tutto per far sì che i figli esprimessero il loro potenziale tranne permettergli di fare fatica.
Di fronte a persone che vengono da paesi in cui fame guerra e altre difficoltà hanno temprato le loro capacità e la loro forza di volontà noi appariamo come esseri davvero poco resilienti, inclini al lamento e all'appoggio facile.
La televisione e gli altri mezzi di comunicazione di massa ci convincono che non è lecito sostare nel benché minimo disagio come un mal di testa o un mal di pancia, tant'è che c'è pronto un farmaco che lo può togliere a tempo record.
Peccato che in ciò si perda la possibilità di ascoltare il proprio corpo per comprendere che cosa di più importante ci sta dicendo quel sintomo rispetto alla causa che l'ha originato, impedendoci in tal modo di prendere rimedi ben più importanti e sistemici per migliorare la nostra salute.

Viviamo nella società dell'anestesia, del riduzionismo
 in cui anziché curare le cause si curano i sintomi

E' lo stesso anche con i malesseri psicologici. Essere depressi significa essere malati e anche inadeguati ed è una causa che va rimossa.  Poco importa se quel sentimento di tristezza è lì a farci riflettere su qualcosa della nostra vita che va cambiato e che nel lungo periodo potrebbe esprimersi diversamente generando un altro malessere psicofisico.

  • Quando fai fatica come reagisci? Qual è la tua soglia di resa?
  • Come affronti dolore e disagio?
  • Se ascolti il tuo corpo che cosa ti sta dicendo e cosa puoi cambiare?


COSA POSSIAMO FARE PER GESTIRE IL BENESSERE IN MODO ATTIVO?


1. IMPARARE a vedere il mal-essere come qualcosa di informativo, spesso formativo, mai definitivo e totalizzante;
2. ASCOLTARE situazioni di disagio e di fatica, come  un micro malessere fisico, per comprendere qualcosa su di sé o su ciò che sta fuori di noi;
3. ALLENARE LA RESILIENZA in noi stessi, negli altri e nei bambini; non facilitandosi troppo la vita, dandosi e dando agli altri i loro tempi per risolvere i problemi (difficile aspettare eh???!), darsi il permesso di stare con emozioni negative rispecchiandole ai bambini e non negandole (NON E' NULLA);
4. NUTRIRE UN'ATTITUDINE ECOLOGICA  nel proprio pensiero basata sull'autonomia, sulla fiducia nelle proprie capacità e sulla capacità di direzionare i propri pensieri verso ciò che ci dà potenza e non ciò che ce la toglie.

Se vuoi approfondire potrebbero interessarti anche:

- Articoli sulla resilienza
- Articoli sull'ecologia della mente e del pensiero

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