Penso che il cinema sia un gran formatore e un grande influenzatore del comportamento umano, perché parte dalla realtà per creare un universo parallelo che finisce per influenzare quello originario, nel bene e nel male.
Ho appena finito di leggere Gomorra e sono rimasta sorpresa nel leggere di come i boss della camorra prendessero spunto per costruire i loro personaggi dai boss di Scarface, del Padrino e altri imitando tali personaggi in tutto e per tutto dai vestiti, alle posture, alle ville....
Fino ad oggi avevo pensato solo il contrario...
Oggi vi presento il mio film preferito: Frankenstein junior.
Perché proprio questo film?
Perché ogni volta rimango stupefatta dalle pennellate geniali, leggere e ironiche, con cui racconta aspetti importanti del vivere.
Tutto ciò che troviamo nei libri universitari, magari in testi di psicologia difficili e noiosi, il cinema può raccontarlo con immagini e renderlo sensibile all'apprendimento tramite le emozioni.
Vi chiederete: cosa c'entra con il benessere al lavoro?
C'entra, c'entra...
Perché è arrivato il momento di iniziare a riflettere insieme sulle condizioni che realizzano lo star bene al lavoro e non si poteva che partire dalle dinamiche di clima relazionale, di cultura, e anche di contesto che questo film è in grado di evocare.
Chi non ha mai incontrato tipi come Igor (Aigor), Frau Blucher e Inga nelle aziende in cui ha lavorato?
Eh sì, se ci pensate bene, ce li avete anche voi...
quelli che solo a pronunciarne il nome partono brusii, sguardi e sospiri... e poi quando ve li trovate davante capite in un attimo il perché...
Per non parlare del Doctor Frankenstein?
Chi non ha mai avuto un professore o un capo come lui, rigido, emotivo e sensibile?
Questa galleria di personaggi eccezionali ci offre una serie di pillole di comicità sui temi della relazione interpersonale sottolineandone vari aspetti, comunicativi e affettivi.
Se penso alle scene di:
- Igor e il cervello abnormal mi viene in mente come dare il feedback (non si arrabbierà vero?)
- a "lupo ululì castello ululà".. il linguaggio che caratterizza un luogo, crea un'appartenenza e segna confini
- a "si può fare" per incontrare la motivazione legata ad una nuova visione di ciò che è o non è possibile
- a "taffetà caro taffetà" per sorridere delle diverse modalità di intendere l'amore e gli affetti
- alle scene dei cittadini inferociti e timorosi per riconoscere il pregiudizio basato sull'esperienza
Ce ne sarebbero ancora di suggestioni ma penso che ognuno possa trovarne di nuove in un film attuale nella sua intramontabile originalità.
Buona visione e buona formazione!
Ciao
Catia Conti
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