giovedì 2 luglio 2009

Che cos'è la felicità?



Sono debitrice al professor Daniel Kahneman non solo per il bell esempio di come si possa essere spiritosi parlando di psicologia... ma perché, con il suo nobel per l'economia in qualità di psicologo, ha fatto sì che io non mi sentissi più un ossimoro*, una roba strana tra l'economia e la psicologia.
Questo suo intervento parla di come noi pensiamo e sentiamo la "felicità" un concetto che, lungi dall'essere oggettivo e condiviso, si rivela influenzato da "illusioni", create dai meccanismi della nostra percezione e della nostra memoria.
Quanto pensereste felice un vincitore della lotteria? E quanto pensate che duri la sua felicità nel tempo? In generale si tende a pensare che costui sarà felice per sempre, ma la realtà è ben diversa e mostra come, dopo un iniziale miglioramento, la felicità del vincitore tornerà a livelli normali in molto meno di quanto non si pensi.
Fà pensare anche come utilizziamo il nostro tempo nelle diverse attività che ci rendono felici, come stare con i nostri figli, mangiare... Perché non facciamo di più ciò che ci rende felici? Perché operiamo decisioni che non sfruttano a pieno il potenziale di felicità delle nostre vite?
L'ultimo richiamo che Kahneman ci lascia è infine sull'influenza delle variabili di contesto sulla felicità individuale.
Richiama l'attenzione alle fasi che attraversiamo nella vita e a dove viviamo (USA o Palestina) per evidenziare il difficile equilibrio tra una felicità "endogena" che dipende da noi, da come ci rappresentiamo gli eventi e le situazioni della vita, e da una felicità "esogena" determinata da una qualità di vita possibile all'interno di una nazione.

Buon ascolto!

Catia Conti

Ossimoro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'ossimoro (pronunciabile tanto ossimòro quanto ossìmoro, dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς «acuto» e μωρός «sciocco») è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini in forte antitesi tra loro. A differenza della figura retorica dell'antitesi, i due termini sono spesso incompatibili. Si tratta di una combinazione scelta deliberatamente o comunque significativa, tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti stilistici. Esempi: brivido caldo, urlo silenzioso, disgustoso piacere, copia originale.

1 commento:

  1. Ciao Catia,
    uno degli ultimi post è un ossimoro?
    http://entradentro.wordpress.com/2009/12/07/la-leadership-dei-seguaci/
    che ne pensi?

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