sabato 11 luglio 2009

valutazione siamo tutti narcisi!!!




La valutazione
è un processo che ha un senso ed un potenziale incredibile
per le nostre vite professionali e non
ci fa crescere,
evolvere,
perché produce conoscenza,
apprendimento
sia in chi è valutato
sia in chi valuta .

Già nell'etimologia della parola valutare,
potremmo individuare un'indicazione a
"dare valore"
a chi mi sta davanti,
prerequisito essenziale perché questo processo funzioni.

Potremmo tradurre questo "dare valore"
nel conferire un riconoscimento all'altro alla sua identità e dignità,
oltre che al suo fare,
ai suoi comportamenti.

Separare queste due componenti della valutazione
è l'attenzione primaria se si vuole costruire
quella "cornice relazionale" che abilita
l'ascolto
il nascere di un pensiero comune,
una condivisione e una rielaborazione che portano
ad un risultato finale
che migliora e genera benessere
nelle persone coinvolte.

Ecco!
in questo la valutazione tocca i nostri aspetti narcistici.
Il narcisismo
ha a che fare con il riconoscimento della nostra identità, del nostro sé,
e quindi ci si può sentire "investiti" da ciò che l'altro dice
se questi si avvicina troppo a parti identitarie profonde...
"...tu sei..."

Il mantenersi sul piano dei comportamenti agiti,
"è successo"
cioè fatti osservabili e condivisibili
significa costruire consapevolezza condivisa
sui fatti e le loro letture,
in grado di ampliare il piano della conoscenza soggettiva e interpersonale.

Le spinte narcisistiche d'altronde sono anche del valutatore,
posso sentirmi un cattivo capo, un cattivo insegnante o genitore,
se l'altro non ha corrisposto le aspettative
"è colpa mia o è stata colpa sua?"


E così fa capolino in ogni processo di valutazione,
lo spettro del giudizio,
del processo,
che anziché costruire significati,
si limita a individuare un colpevole (e un innocente)
peggiora la relazione,
e lascia
delusi o arrabbiati,
certamente insoddisfatti per un'occasione mancata.


Catia Conti

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