martedì 20 marzo 2018

VIVERE IN UNA CASA SENZA MURA

RIFLESSIONI SULLA GESTIONE DEI NO CON I PROPRI FIGLI


Potremmo immaginarla come una casa in costruzione con un perimetro disegnato a terra con dei mattoni che si possono facilmente scavalcare.
Mi è venuta questa immagine pensando ai figli e alla loro necessità di essere contenuti dentro dei limiti.
Dire di no ai figli, dare delle regole non è una cosa semplice e il cambiamento educativo delle ultime generazioni di genitori ha stravolto il rapporto con la regola.
Se infatti questi stessi genitori sono stati cresciuti con un eccesso di regole e con grande rigidità in un clima povero di condivisioni emotive, la loro decisione è stata quella di non riproporre lo stesso ai propri figli.
Così il clima instaurato si è basato molto di più sulla comunicazione empatica e l’accoglienza.
In tutto questo però si sono trovati di fronte al proprio fastidio nella gestione dei no, dei pianti, dei c.d. “capricci” (lo metto tra parentesi perché per me il capriccio non esiste e odio la parola).
Il risultato è stato quello di eccessi nell'altro senso con genitori permissivi e bambini tiranni che stanno antipatici a tutti, genitori compresi.
Così mi è venuta questa immagine, della casa senza pareti, per spiegare la funzione del contenimento emotivo di un bambino.
Perché bisogna arrivarci dal cuore e non dalla testa a comprendere queste cose
Ci sono quintali di ricerche psicologiche che potrebbero parlare alla mente ma non servirebbe perché non si vede bene che col cuore.

VIVERE IN UNA CASA SENZA MURA

Quindi immaginiamoci di stare in una casa senza mura, come ci sentiremmo?
  • Liberi, con un’enorme opportunità e al contempo responsabilità nel decidere
  • Esposti e stimolati da ogni cosa che viene da fuori (possiamo vedere tutto senza filtri),
  • Potenti perché possiamo decidere in ogni momento se uscire  ed entrare
  • Non protetti perché qualsiasi cosa potrebbe entrare e farci del male
  • Senza confini al nostro sé, alle nostre emozioni

Insomma magari siamo cresciuti in una casa con poche finestre o porte ma anche una casa senza mura non ci farebbe stare bene.
Un bambino senza confini diventa un piccolo adulto che deve in ogni momento decidere della propria vita ascoltando i propri desideri le proprie emozioni e facendo delle valutazioni.
Quindi chiediamoci “è in grado in questo momento di prendere una decisione?” “ha gli elementi per farlo o bisogna che in parte glieli dìa io?
Perché capire quando e come dare un limite non è facile.
Con l’età il bambino che si fa ragazzo cambia e anche il dare confini cambia.
Eppure ha sempre bisogno di confini, di sapere che c’è qualcuno che lo pensa nel mondo e in qualche modo lo protegge.
Non bisogna cucire un vestito troppo stretto o una casa senza porte finestre ma bisogna coprire e proteggere, fare da seconda pelle.
Altrimenti i piccoli tiranni smarriti saranno soli, di fronte ad emozioni e responsabilità sempre troppo grandi per loro.

PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE DIRE NO E COME SI PUO’ FARE?

Per gestire i loro no bisogna prima di tutto sentire l’eco emotivo che il no ha dentro di noi. Se non comprendiamo quanto quella voce fa stare male il nostro bambino interiore (cioè il bambino che siamo stati e che vive dentro di noi) non riusciremo a dirlo e soprattutto a sostenerlo davanti alla grande energia di cui i bambini sono capaci e di fronte al rischio di sentirsi meno amati da loro, di uno strappo affettivo, seppur temporaneo.
Dietro alla nostra incapacità di fare da muro, su cui appoggiarsi e a volte battere le mani, c’è in ultimo il nostro bisogno di sentirci amati dai nostri figli. Questo è il rischio da correre se si vuole stare consapevolmente nella decisione di fare dell’educazione del proprio figlio un percorso originale e unico, come unico è LUI.
Un percorso che risponde alla situazione e non ai dogmi, ai bisogni e ai sogni e le cui certezze stanno in ciò che oggi sappiamo della crescita, del cambiamento e di noi stessi in quanto sistemi complessi.
Perché l’individuo è un sistema che cresce all'interno di un altro sistema che è la famiglia e tutti sono parte di una crescita comune che cambia tutti ogni giorno, ad ogni passo.

In questo risiede una grande opportunità di revisione di schemi antichi e obsoleti,  ma anche una grande libertà e responsabilità di fare scelte che in ogni momento si adattano all’oggi e non a regole precostituite come in passato. Da qui lo smarrimento dei genitori prima che dei figli rispetto ai limiti che servono per crescere insieme. Limiti che debbono tracciare confini importanti:
  • tra passato e presente,
  • tra genitori e figlio (tra ciò che sentiamo e pensiamo e ciò che LUI sente e pensa)
  • tra l’attenzione alla sua autenticità e il bisogno di proteggerlo
  • tra il bisogno di autonomia e il bisogno di dipendere in modo funzionale in ogni momento della vita da chi amiamo
La famiglia, come tutti le relazioni d'amore, è una casa in cui crescere e deve flessibilmente adattarsi a chi la abita con un occhio al giardino e al cielo per comprendere come cambiano i tempi.

Consigli utili:
- al link del Centro psicopedagico per l'educazione e la gestione dei conflitti potrete trovare risorse, corsi e i libri di Daniele Novara
http://cppp.it/scuola-genitori
- video sulla gestione dei conflitti e la comunicazione non violenta di Rosenberg

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