domenica 2 maggio 2010

fiducia o paura?

Le organizzazioni possono essere viste come persone uniche e come tali spesso presentano comportamenti simili a quelli messi in atto dagli individui.
Tra di essi ci sono i comportamenti difensivi, le re-azioni tese alla difesa di sé, della propria integrità, del proprio potere personale.
In azienda  spesso ci confrontiamo con la paura e scopriamo che guida in modo pervasivo le azioni di molti, divenendo una componente implicita della cultura operativa.
La logica della paura è in generale paralizzante o molto rallentante tutte le spinte verso il cambiamento e lo sviluppo organizzativo perché tende a mantenere lo stato delle cose.
A livello di benessere individuale e organizzativo l'impatto è senz'altro negativo perché genera un clima di immobilismo, talvolta di precarietà, di diffidenza, collusione o competizione insana.
Il grande assente in questi contesti è la fiducia rispetto a sé stessi, agli altri, all'utilizzo del potenziale creativo e innovativo di cui ognuno è portatore.
La paura è anche in questo caso segno di grande fragilità perché un contesto di questo tipo vede le persone impegnare le loro risorse psicologiche ed emotive in difese più o meno stereotipate bloccando di fatto il fluire di tali energie verso il raggiungimento di un fine sociale futuro che purtroppo non si riesce nemmeno a "pensare".
In sintesi benessere=fiducia è senz'altro un'equazione alternativa a malessere=paura

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